Menu
  LOGIN   |     CONTATTI

Il Manifesto dell'Ordine

Creazione

Introduzione

Dignity è un Ordine esoterico internazionale che si può rappresentare come una piramide al cui vertice è il Gran Maestro. Fondatore e Gran Maestro di Dignity è Giuliano Di Bernardo.

Scopo istituzionale dell’Ordine e la difesa della dignità umana, ossia della condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dalle sue qualità intrinseche e dalla sua stessa natura. La nozione di “dignità”, perciò, inerisce all'uomo in quanto tale ed esprime una caratteristica universale, che si ritrova in tutti gli uomini, senza distinzione di sesso, età, razza, religione, lingua e cultura. Essa, quindi, è un elemento costitutivo dell’uomo, nel senso che, se l’uomo perde la propria dignità, allora non è più uomo.

Proprio perché la dignità è un dato insopprimibile dell’uomo in quanto espressione della sua natura, essa si ritrova in tutte le antropologie filosofiche, da quelle religiose a quelle laiche. Tuttavia, nel mondo in cui viviamo, la dignità è disprezzata e umiliata. Molti uomini e donne sono costretti a vivere senza dignità. È per questa ragione che l’umanità sta perdendo i valori ideali che l’hanno sempre sostenuta. Anche la fede in Dio si sta spegnendo e l’umanità sembra perdersi nelle nebbie dell’ateismo e dell’utilitarismo.

Poiché la nozione di “dignità” è universale, la sua portata è illimitata. Nel suo ambito di competenza rientrano, perciò, le innumerevoli qualità che caratterizzano la natura umana.

Un Ordine che si propone la difesa della dignità dell’uomo deve scegliere, tra le molteplici qualità che la compongono, quelle che, all'interno di una scala di valori, sono da considerarsi primarie ed essenziali. Tale scelta dovrà tener conto delle particolari condizioni storiche e contingenti in cui versa l’umanità. Nel mondo in cui viviamo, la difesa della dignità umana significa, principalmente, la difesa delle minoranze etniche, della donna, dei deboli e dei perseguitati.

Per il nostro Ordine, la difesa di tali aspetti della dignità umana è lo scopo istituzionale primario, che sarà realizzato con il più alto impegno morale e spirituale.

Dignity è un Ordine che s‘ispira alle società esoteriche e iniziatiche date nella storia dell’umanità. Ne sono esempi tipici le società orfiche e pitagoriche, nell'antichità, e quelle dei Rosacroce, degli Illuminati e altre similari, in tempi più recenti.

Dignity ha la finalità di promuovere il perfezionamento morale, culturale e sociale dell’uomo. In particolare, esso persegue lo sviluppo di attività intellettive come la filosofia, la scienza, la medicina, il diritto, l’economia, l’arte, la religione, la comunicazione attraverso progetti che esprimono armonia e rispetto nei confronti di tutte le concezioni dell’uomo e della vita.

In una visione universalistica, Dignity propone e favorisce progetti etici e culturali, con la partecipazione di tutti coloro i quali hanno dentro di sé la luce per illuminare le tenebre che minacciano l’umanità. Particolare importanza sarà data all'educazione delle nuove generazioni, fornendo loro non solo gli strumenti per conoscere il mondo in cui vivono, ma anche e soprattutto i principi etici e spirituali per creare armonia tra gli uomini.


Il Fondamento Esoterico di Dignity

Dignity è un Ordine che si situa nella tradizione esoterica millenaria dell’umanità, iniziata con l’orfismo che è il più grande movimento religioso apparso in Grecia nel VI° sec. a.C. Quel secolo è importante non solo per la nascita della filosofia, ma anche e soprattutto per la storia religiosa dell’umanità, poiché in esso emergono Confucio e Lao-tse in Cina, il Buddha nell'India, Zarathustra nell'Iran, Pitagora tra gli Elleni.

Per la Grecia, il VI° secolo è un’epoca di profonde trasformazioni sociali, che si situa tra il crollo delle antiche monarchie descritte nei poemi omerici e il sorgere degli Stati democratici, di cui Atene è l’esempio più eclatante. In quest’epoca travagliata, l’orfismo rappresenta, come visione religiosa, l'anelito alla liberazione dall'oppressione dei regimi oligarchici, il rifugio sacro degli spiriti eletti, una via di perfezionamento morale all'interno di una cosmogonia religiosa.

Perciò il dio centrale della teologia e del culto orfico è Dioniso, il più giovane degli dei, noto per i suoi patimenti e per la sua morte ingiusta, venuto dalla Tracia come Orfeo. Gli dei dell’Olimpo, che avevano glorificato le vecchie aristocrazie guerriere cantate da Omero, perdono sempre più di significato.

L’orfismo si presenta, perciò, come teologia dei misteri di Dioniso. Dall'uccisione di Dioniso (deicidio) scaturisce la scintilla divina che si cela nel nostro corpo, che solo i riti orfici possono liberare, facendola risalire al suo principio eterno. Per gli orfici, l’anima è di origine divina mentre il corpo è la sua tomba, in cui essa è precipitata in seguito a una colpa primordiale. La distanza che separa la prigione oscura del corpo dal luogo di beatitudini verso cui l’anima anela si può abbreviare soltanto al prezzo di un’espiazione purificatrice (catarsi).

L’espiazione può avvenire secondo due modalità: la rinascita in altri corpi e le purificazioni rituali. Per espiare la colpa originaria non basta una sola vita, per cui l’anima e costretta a compiere trasmigrazioni di corpo in corpo, in una successione di vite che ritorna in se stessa come in un circolo: il cerchio della generazione, che gira inesorabilmente come una ruota, la ruota del destino. L’aspirazione più alta degli orfici è di rompere la ruota per poter finalmente ritornare al principio che li ha generati. La seconda modalità è quella di una vita pura, di ascetismo e di purificazioni mediante cerimonie rituali. In tal modo, si riconosce all'adepto la libertà di abbreviare il periodo dell’espiazione conducendo una vita ispirata ai più alti valori morali e sottoponendosi, in un luogo sacro, a cerimonie rituali.

Nel VI° secolo in Grecia esistevano due forme di religione: quella pubblica (costituita dagli dei dell’Olimpo) e quella misterica. La presenza di una religione misterica è il segno più evidente che la religione ufficiale era incapace d’interpretare l’esigenza di un autentico senso religioso, oltre alle ragioni politiche sopra delineate. Si deve proprio a una religione misterica, l’orfismo, un’influenza determinante sulla nascente filosofia, non tanto per la dottrina della reincarnazione, quanto, piuttosto, per la concezione dualistica dell’uomo, secondo cui il dèmone equivale all'anima mentre il corpo è il luogo (prigione) della sua espiazione. Per la prima volta, l’uomo è inteso come connubio di due principi contrapposti: l’anima immortale e il corpo mortale. Nell'uomo vi è, inoltre, la tendenza al bene, sorretta dall'anima, e la tendenza al male, sorretta dal corpo. Inizia così un dualismo che percorrerà tutta la storia del pensiero filosofico fino ai nostri giorni. Senza l’orfismo, non potremmo spiegare Pitagora, Eraclito, Socrate, Platone e tutti i filosofi che a loro si rifanno.

L’orfismo, con la sua cosmogonia e i suoi riti, è la prima società esoterica con pratiche iniziatiche. È esoterica perché i suoi misteri sono rivelati solo a coloro i quali ne fanno parte (adepti). È iniziatica perché vi si accede mediante una cerimonia di morte/resurrezione, in cui l’iniziando deve soste-nere e superare determinate prove.

L’orfismo esercita una forte influenza non solo sulla nascita della ri-flessione filosofica ma anche su scuole che a esso s’ispirano. La più importante è la scuola pitagorica, fondata da Pitagora a Crotone, nella Magna Grecia, intorno al 530 a.C.

Come nell'orfismo, da cui deriva, la dottrina pitagorica esprime un fondamento religioso che enuncia la trasmigrazione delle anime, le quali, per una grave colpa originaria, erano costrette, come espiazione, a incarnarsi in corpi umani o animali fino alla purificazione totale (catarsi).

La novità di Pitagora, rispetto all'orfismo, è la sua convinzione che la scienza possa essere strumento di purificazione, nel senso che l’ignoranza è considerata una colpa da cui ci si libera con la conoscenza. Il sapere scienti-fico è, perciò, insieme a una vita eticamente vissuta, un modo per abbreviare, con le solite cerimonie rituali, il periodo di espiazione dell’anima.

Sono poche le notizie certe circa le regole della scuola. Si dà, tuttavia, per certo che in essa vigeva una distinzione tra i discepoli: vi erano gli acusmatici (gli ascoltatori obbligati a seguire le lezioni in silenzio) e i matematici (che potevano interloquire col maestro e ai quali erano rivelati gli aspetti più profondi della conoscenza scientifica).

Si dà quasi per certo che l’insegnamento pitagorico avesse un fonda-mento mistico-religioso, che consisteva in un addottrinamento dogmatico, secondo il motto della scuola “ipse dixit” (lo ha detto lui), che non consentiva obiezioni o critiche all'insegnamento di Pitagora.

Il teorema, che porta il suo nome, era già noto ai Babilonesi. Si deve a Pitagora, invece, l’intuizione della sua validità. È suo contributo originale l’aver indicato, come principio di tutte le cose, l’armonia determinata dal rapporto tra i numeri e le note musicali.

Anche la scuola pitagorica, nonostante le sue specificità, è basata sul fondamento esoterico e iniziatico, esattamente come l’orfismo.

Orfeo e Pitagora, luminose espressioni della nascente filosofia, danno l’avvio a una tradizione segreta del pensiero umano, riservata a pochi eletti, la quale, con la sola eccezione del Medioevo, arriva fino ai nostri giorni.

Nel Medioevo cristiano, infatti, la fede domina la ragione e la religione pervade tutte le dimensioni dell’esistenza umana. Bisognerà attendere il Rinascimento, che ricollocherà l’uomo al centro dell’universo, per consentire alla ragione di riprendere il suo ruolo egemone che la filosofia greca le aveva assegnato, in tutto lo scibile umano, dalla scienza all'arte.

Mentre questo avviene nell'Europa cristiana, il mondo musulmano, radicalmente trasformato dall'insegnamento di Maometto, si nutre di scuole esoteriche, tra cui prevale il sufismo.

Il sufismo è la ricerca mistica della conoscenza di Dio. Le sue dottrine derivano dal Corano, anche se su di esso vi sono state influenze greche, persiane e indù. Ciò nonostante, l’essenza del sufismo è islamica.

Il sufismo, che esprime in sommo grado la tradizione esoterica, è un movimento trasversale e molto diffuso nell'Islam, anche se scarsamente avvertibile a causa della grande riservatezza osservata dagli adepti.

Il sufismo è particolarmente diffuso tra i sunniti e molto meno negli sciiti. Ciò dipende dal fatto che lo sciismo, a differenza del sunnismo, per conoscere la volontà di Allah, può contare sull'opera dei suoi dotti che costituiscono quasi una classe sacerdotale.

Nell'Islam sunnita, invece, la mancanza di una forma di sacerdozio, che possa assolvere il ruolo di intermediario tra Dio e le sue creature, presuppone una ricerca di Dio e della sua volontà molto più difficile, in quanto richiede la personalizzazione di tale ricerca. Ciò avviene mediante una lunga disciplina spirituale e mentale che, senza trascurare la dottrina esoterica ufficiale, possa aprire la via esoterica personale verso Dio, che può essere per-corsa con l’aiuto di un Maestro che ne sia la guida.

Per i sufi, il grande e unico Maestro è il Profeta Maometto, che trasmise ai suoi compagni la benedizione ricevuta da Dio. Costoro, a loro volta, la trasmisero alle generazioni successive, creando così la catena iniziatica, denominata silsila. Tutti gli autentici Ordini sufi sono legati in questa catena.

Intanto l’Occidente cristiano stava per uscire dalle nebbie della fede in cui l’aveva relegato il Medioevo. In un periodo così breve, avvengono eventi così eclatanti che cambieranno radicalmente non solo le conoscenze dell’universo ma anche lo stesso modo di rapportarsi dell’uomo a Dio.

È questa l’epoca delle grandi scoperte geografiche: nel 1492 si scopre l’America che segna l’inizio di profondi cambiamenti nella politica e nell'economia della vecchia Europa.

Nello stesso anno, gli ebrei sono cacciati dalla Spagna: inizia, così, una diaspora che accompagnerà questo popolo fino ai nostri giorni.

La stessa concezione del sistema solare è rivoluzionato da Copernico, il quale, contrariamente alle Sacre Scritture, vi mette al centro il sole e non la Terra. Questo cambiamento di prospettiva non ha solo un valore scientifico, ma anche religioso in quanto, togliendo alla Terra il posto centrale nell'universo, il senso dell’uomo, inteso come creatura privilegiata da Dio, è fondamentalmente ridimensionato. Col passare dei secoli e con l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche, l’uomo diventerà un pro-dotto dell’evoluzione naturale.

La rivoluzione astronomica di Copernico annuncia la nascita della scienza nuova, che troverà in Galileo il più autorevole rappresentante. Dopo Galileo (e la sua condanna per eresia da parte della Chiesa cattolica) la ri-cerca scientifica rompe ogni limite e si diffonde in tutti gli ambiti del sapere, per arrivare alle meraviglie di oggi in cui abbiamo conosciuto le origini della vita e dell’universo.

Tutti questi eventi trovano il loro apice nel ritorno alla concezione dell’uomo della filosofia greca: l’uomo non è più inteso quale creatura divina ma un essere pensante e libero di indagare, senza alcun limite religioso, nelle molteplici dimensioni di ciò che è conoscibile.

Questa nuova prospettiva, denominata per l’appunto “umanesimo”, comincerà a produrre conseguenze rilevanti anche nella religione e nella filosofia.

La riforma protestante, attuata da Lutero in Germania, assume un significato profondamente diverso dai conflitti e dalle guerre di religione che avevano caratterizzato il Medioevo, quasi tutte incentrate sulle eresie. Lutero critica, invece, aspetti fondamentali della teologia cattolica, come l’efficacia delle indulgenze, la natura della penitenza e l’autorità del papa. La sua azione, che trova espressione nelle 95 tesi affisse sul portone della chiesa di Wittenberg il 31 ottobre 1517, fu una risposta alla vendita delle indulgenze autorizzata da papa Leone X per la costruzione della Basilica di San Pietro a Roma. Lutero riteneva inammissibile che la salvezza dell’anima potesse essere garantita da un obolo dato alla chiesa di Roma. Queste tesi diedero inizio a un dibattito teologico che si concluse con la nascita della Riforma protestante, la quale, dopo aver scosso nelle fondamenta la teologia cattolica, si estese anche nella politica, cambiando il rapporto tra gli Stati europei.

Qualche anno dopo, la Chiesa cattolica sarà scossa dallo scisma ingle-se, da cui ebbe origine la Chiesa anglicana.

Il passaggio dal Medioevo al Rinascimento, per le ragioni suddette, sembrerebbe di facile comprensione, come hanno finora sostenuto gli storici. Tuttavia, se ci chiediamo se esistono altre ragioni, oltre quelle già palesate, e consideriamo le recenti ricerche di Frances Yates, allora la risposta potrebbe essere negativa e richiederebbe ulteriori approfondimenti.

Per comprendere appieno le origini del Rinascimento e le sue relazioni col Medioevo, secondo questa prospettiva, sarebbe necessario gettare luce su ciò che è stata definita “filosofia occulta”. Si tratta di un movimento di pensiero quasi sconosciuto, anche se i suoi sostenitori sono molto noti. Faccio riferimento, in particolare, a Marsilio Ficino e Pico della Mirandola in Italia, a Francesco Bacone, John Dee e W. Shakespeare in Inghilterra, A. Dürer e J. Reuchlin in Germania. Il filo d’Arianna che ne unifica il pensiero è proprio la filosofia occulta, che presenterò nelle linee generali, rinviando a ulteriori approfondimenti.

Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola furono i fondatori e i divulgatori del movimento denominato “neoplatonismo rinascimentale”, che si ispirò alle opere di Platone e dei neoplatonici, oltre a un’amalgama di dot-trine genuinamente platoniche e di occultismi filosofici arcaici.

In una così vasta letteratura, emergeva il testo intitolato Corpus Hermeticum, che attrasse l’interesse di entrambi, attribuito a “Ermete Trimegisto”, mitico sapiente egiziano considerato detentore di un’antica sapienza cui lo stesso Platone s’ispirò. Si pensava che “Ermete Trimegisto” fosse vissuto al tempo di Mosè, se non addirittura prima, per cui tale testo esprimeva una sacralità pari a quella della Genesi.

Il neoplatonismo fiorentino (Ficino e Pico della Mirandola vivevano entrambi alla corte dei Medici a Firenze) è rivolto alla ricerca di antiche sapienze: oltre al Corpus Hermeticum, esso si nutre della Cabbala (Kabbalah), ritenuta anch'essa una tradizione di antica sapienza con origini mosaiche.

Fu Pico della Mirandola a introdurre la Cabbala nel neoplatonismo emergente, convinto, da fervente cristiano, che le dottrine ebraiche potessero non solo ampliare la comprensione del cristianesimo riconducendole alle antiche verità ebraiche, ma anche confermare la verità del cristianesimo. Il suo scopo era, in definitiva, creare un ponte tra ebraismo e cristianesimo dimostrandone la continuità. Il modo più valido di farlo consisteva nella combinazione cabalistica delle lettere dell’alfabeto ebraico, tramite cui poter provare che Gesù è il nome del Messia come emergerebbe dal tetragramma sacro.

Questa convinzione di Pico sulla Cabbala è inclusa nelle settantadue Conclusiones cabalistiche che egli presenta come conferma della religione cristiana a partire dai fondamenti della sapienza ebraica. Le Conclusiones, a loro volta, facevano parte delle novecento tesi in cui Pico espresse la sua sintesi di tutte le filosofie che culminò nel celebre discorso sulla dignità dell’uomo (Oratio de hominis dignitate), mediante cui egli esprime la visione rinascimentale dell’uomo e la sua posizione nel mondo. In riferimento all'ermetismo e alla cabbala, imbevute di antiche sapienze anche magiche, l’uomo di cui si parla nel discorso sulla dignità è da considerarsi come il “mago” rinascimentale, figura elevata, dotata di poteri d’intervento sul mondo allo scopo di migliorarlo.

In conclusione, la cabbala cristiana è la vera chiave di volta del pensiero rinascimentale, che ha connessioni di estrema rilevanza con la religione. Se si prescinde da essa, difficilmente si potranno comprendere le ragioni “occulte” della Riforma protestante e della Controriforma cattolica. Tra l’una e l’altra vi sono i Rosacroce.

Nei primi anni del XVII secolo in Germania inizia a operare la Confraternita dei Rosacroce. Il suo manifesto, che propugna la rigenerazione mistica del mondo, fu pubblicato nel 1614 anonimo a Kassel e fu intitolato Fama Fraternitatis. Questo manifesto racconta la vita di Christian Rosenkreuz, il quale, dopo aver a lungo viaggiato, avrebbe fondato in Germania una confraternita esoterica. Nel 1604, centoventi anni dopo la sua morte, sa-rebbe stata scoperta la sua tomba che conteneva regole di vita e formule magiche.

Dei Rosacroce si continua a parlare quando, nel 1615, viene pubblicato a Francoforte la Confessio fraternitatis, che annunciava il ritorno della luce persa dopo la caduta di Adamo. L’anno successivo si pubblica a Strasburgo il documento più importante dei Rosacroce, le Nozze alchemiche di Christian Rosenkreuz, di Johann Valentin Andreae, teologo luterano di Tubinga, che descrive la via della salvezza mediante l’estasi e l’illuminazione. L’opera di Andreae attirò subito l’attenzione di alchimisti, teosofi, medici, astrologi, che fondarono confraternite della Rosacroce non solo in Germania ma anche in Francia, Austria, Inghilterra e Paesi Bassi.

La confraternita dei Rosacroce, apparsa in Germania agli inizi del ‘600, se confrontata con le altre società esoteriche, presenta caratteristiche del tutto particolari. Non v’è dubbio che essa sia esistita. Tuttavia, tranne Andreae, che ha firmato un manifesto, su tutti gli altri vi è mistero. Forse, dopo lo scalpore suscitato in tutta Europa e le reazioni della chiesa, essi hanno ritenuto opportuno non rivelarsi per paura di persecuzioni.

I manifesti che hanno fatto circolare in Europa esprimono un loro pro-getto originale o s’ispirano a un progetto elaborato di altri? La risposta va ricercata in Inghilterra, in quel movimento di pensiero occulto che ha caratterizzato l’età elisabettiana. Tutto ha inizio con Pico della Mirandola, il quale introduce nel Rinascimento fiorentino la Cabbala cristiana, che mescola con l’ermetismo e la magia. Un prete francescano di Venezia, Francesco Giorgi, accetta l’impostazione filosofica di Pico e la sviluppa in senso cristiano. Ne esce un progetto capace di rinnovare la teologia cristiana, rimasta ancora legata alla scolastica medievale e diventata ormai sterile.

Al tempo di Giorgi non esisteva ancora una filosofia definita “rosacrociana”. La Cabbala cristiana elaborata da Giorgi assunse questo nome quando venne associata alle correnti elisabettiane e alla rosa dei Tudor, all'imperialismo britannico della scienza di J. Dee e al movimento messianico per unificare gli Stati europei contro il potere cattolico-asburgico.

Il filosofo emblematico dell’età elisabettiana fu John Dee, celebre non solo come matematico ma anche come “stregone”. Egli fu un cabalista cri-stiano che si ispirò al neoplatonismo di Pico, Giorgi, Reuchlin e Agrippa, per promuovere un movimento universale di riforma del cristianesimo, da attuarsi non solo nell'Inghilterra elisabettiana ma in tutta Europa.

Il contesto storico in cui si muove Dee è quello del tardo Rinascimento. In questo periodo, sul continente, la reazione contro il neoplatonismo e le tendenze occultistiche andava crescendo d'intensità, sospinta con forza dalla Controriforma che vedeva, nel ritorno alla scolastica, la possibilità di ri-prendere il controllo sulla cristianità dopo i successi della Riforma protestante.

È proprio nel Rinascimento elisabettiano che la filosofia occulta europea si trasformò in Rosacrocianesimo ed è proprio tale visione a ispirare la confraternita della Rosacroce in Germania agli inizi del XVII secolo.

Questo movimento spirituale costituì una forma di cristianesimo evangelico sorretto da una filosofia più adeguata della scolastica, la filosofia occulta. Essa rappresentò una potente forza ideale, legata al cristianesimo ma contrapposta alle forze della reazione, sia cattoliche sia protestanti. In quanto tale, essa fu violentemente detestata e perseguitata come diabolica, da sterminare come le streghe.

Le persecuzioni contro i filosofi rinascimentali che avevano sostenuto la Cabbala cristiana e le sue implicazioni occultistiche trovano l’apice nell'opera del domenicano Marin Mersenne nel 1623, in cui egli sferra un violento attacco al neoplatonismo rinascimentale, citando i filosofi legati a questa visione: Ficino, Pico e soprattutto il francescano Giorgi. Quando Mersenne scrive ormai il Rinascimento elisabettiano si è esaurito. Anche il movimento della Rosacroce in Germania è stato annientato. La Controriforma, guidata dai Gesuiti, si espandeva e trionfava in tutta Europa. I filoso-fi (o i maghi) del Rinascimento, da Pico a Ficino, da Giorgi a Reuchlin e Agrippa, da Dee a F. Bacone, che avevano concepito una nuova filosofia (occulta), da porre a fondamento del cristianesimo in sostituzione della steri-le scolastica, erano stati definitivamente sconfitti dalla Controriforma. L’Europa aveva perso l’occasione di vivere in libertà, senza fanatismo e op-pressione.

Nei tempi moderni, la più importante società esoterica è, indubbia-mente, quella degli Illuminati. L’Ordine degli Illuminati fu fondato da Adam Weishaupt il 1° maggio del 1776 in Baviera. Il suo scopo dichiarato era quello di far raggiungere ai suoi adepti il più alto grado di moralità e virtù, liberando la mente dai pregiudizi e dalla superstizione, per riformare il mondo sconfiggendo i mali che l’affliggono.

Per quanto riguarda la Massoneria, che allora trionfava in tutta Europa, Weishaupt è convinto che l’Ordine degli Illuminati debba restarne separato, perché i misteri della Massoneria sono troppo puerili e facilmente accessibili ai profani. Conseguentemente, i rituali degli Illuminati devono essere diversi da quelli della Massoneria.

L’Ordine degli Illuminati subisce un imprevedibile sviluppo quando, nel 1780, è ammesso il Barone Adolf Franz Friederich Knigge, al quale si affida il compito di perfezionare la visione già delineata da Weishaupt. Knigge, pertanto, apporta all’Ordine importanti modifiche, sia sviluppando alcune idee di Weishaupt sia introducendone di nuove. In particolare, le sue innovazioni consistono: a) nella collaborazione con la Massoneria; b) nell'introduzione di altri Gradi oltre i tre già previsti; c) nell'abbandono della regola di ammettere solo i giovani particolarmente dotati, per consentire l’ammissione anche di uomini dotati di esperienza: d) nella rinuncia alla polemica politica e religiosa, per concentrarsi nella lotta contro la superstizione e l’ignoranza.

Dopo il 1780, l’Ordine si diffonde rapidamente non solo in Germania ma anche in Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Polonia, Ungheria e Italia. Tra i suoi membri, si possono annoverare uomini illustri come il duca Ferdinand di Brunswick, il duca Ernst di Gotha, Il duca Karl Albert di Saxe-Weimar, Il principe August di Saxe-Gotha, il principe Karl di Hesse, il barone Dalberg, il barone William von Busche, il conte di Saint Germain, il marchese de Costanzo, il filosofo Herder, il poeta Goethe, il compositore Mayr, il pedagogista Pestalozzi. Alla fine del 1784 gli Illu-minati erano circa 3.000 ed esprimevano il meglio della società europea dell’epoca.

Tuttavia, quando sembrava che il futuro dell’Ordine fosse saldamente assicurato, comincia il declino. Due ne sono le cause principali: una interna e l’altra esterna. L’ammissione di Knigge aveva prodotto non solo una radicale innovazione nei principi e nelle relazioni con altri Ordini (la Massoneria) ma anche una crescita quantitativa con personaggi illustri. Tutto ciò gli aveva conferito grande autorità e il controllo dell’Ordine. Nei primi tempi, Weishaupt lo aveva lasciato fare, ma quando si accorge che il suo prestigio andava scemando sempre di più, egli reagisce criticando l’operato di Knigge. La polemica tra i due scoppia con violenza e coinvolge i sostenitori delle parti in causa. Poco tempo dopo, Knigge si dimette dall’Ordine e lascia Weishaupt padrone assoluto di esso.

Weishaupt, però, ha poco tempo per gioirne. Il 22 giugno del 1784 il monarca bavarese Carl Theodore emette il suo primo editto contro le società segrete che sono state costituite senza la sua autorizzazione. È chiaro l'intento di colpire la Massoneria. Gli Illuminati esultano perché l’editto non li colpisce. Tuttavia, il 2 marzo dell’anno seguente viene emesso un altro editto per colpire specificamente l’Ordine degli Illuminati, considerandolo un ramo della Massoneria. Il 16 agosto del 1787 il Duca di Baviera emette il terzo editto, ribadendo tutte le accuse contenute negli editti precedenti, ed elenca le sanzioni cui gli Illuminati andranno incontro se continueranno e riunirsi. Poco tempo dopo, in tutta Europa, l’Ordine degli Illuminati cessa di esistere. Tutto ciò avvenne a causa dell’errore di Knigge di collegare l’Ordine alla Massoneria: gli Illuminati vengono perseguitati perché ritenuti affiliati alla Massoneria.

Alla tradizione esoterica appartiene anche la Massoneria, almeno nelle origini e nei suoi primi sviluppi storici. Non è questa la sede opportuna per presentare il pensiero massonico. Rinvio pertanto al mio volume Filosofia della Massoneria, che è stato tradotto nelle principali lingue del mondo. In esso si potrà trovare risposte rigorose alle domande: Che cos'è la Massoneria? Che cosa sono i simboli massonici? Che cos'è la morale massonica? Quali sono le Costituzioni massoniche? Quali sono i rapporti fra Massoneria e religione? Quali sono i rapporti con lo Stato?

In questo breve excursus storico, ho presentato alcune tappe essenziali del percorso esoterico e iniziatico dell’umanità. Le società esoteriche qui caratterizzate operano in tempi e luoghi diversi e usano modalità che esprimono condizioni  contingenti particolari. Tuttavia, a prescindere dal relativismo storico, tutte presentano la stessa struttura formale e la stessa metodologia: i misteri e la via del perfezionamento sono rilevati solo agli adepti, mentre si diventa adepto mediante il superamento di prove con l’ iniziazione. Esoterismo e iniziazione sono, perciò, i pilastri che sorreggono tali società.

Dignity è un Ordine che appartiene alla millenaria tradizione esoterica e iniziatica dell’umanità, cui contribuisce con la difesa della dignità dell’uomo. La sua struttura internazionale, le sue Costituzioni e i suoi Regolamenti generali saranno esplicitati nel prosieguo del discorso.


La Struttura Internazionale di Dignity

Dignity è un Ordine esoterico internazionale, che si propone la difesa, con i suoi principi e valori, della dignità umana in tutte le regioni del pianeta, indipendentemente dalla lingua, dal colore della pelle, dalla religione e dalla cultura.

Dignity si può rappresentare come una piramide sul cui vertice è il Gran Maestro.

La piramide è divisa in due parti: quella superiore, che contiene gli Organi internazionali, e quella inferiore, che contiene gli Organi nazionali. Tutti gli Organi, internazionali e nazionali, sono nominati dal Gran Maestro.

Gli Organi internazionali sono: A) Il Consiglio del Gran Maestro, B) L’Associazione internazionale, con sede a Vienna.

Gli Organi internazionali sono presieduti dal Gran Maestro.

Il Gran Maestro

Il Gran Maestro è la guida morale dell’Ordine. Egli esercita l’autorità, i poteri e le prerogative del rango secondo la più nobile e antica Tradizione esoterica e rappresenta Dignity nel mondo.

Il titolo da usare per il Gran Maestro è “Eminentissimo e Supremo Gran Maestro”.

L’autorità discende dal Gran Maestro verso tutti i livelli subordinati.

Nell'esercizio della sua autorità, che è indiscutibile, egli nomina i Gran Priori, che restano in carica per il tempo previsto dallo stesso Gran Maestro.

Il Consiglio del Gran Maestro

Il Consiglio del Gran Maestro è costituito dallo stesso Gran Mae-stro, che lo presiede, dai Gran Priori, dal Gran Segretario e dal Gran Tesoriere.

Allo stato attuale, è così composto.

  • Gran Maestro: Giuliano Di Bernardo
  • Gran Priore d’Italia
  • Gran Priore di Ucraina
  • Gran Segretario
  • Gran Tesoriere

L'Associazione Internazionale

Poiché Dignity è un Ordine internazionale, è necessario costituire un organismo sovranazionale per regolare tutto ciò che riguarda le associazioni nazionali.

Dignity è nato in Italia per volontà del Gran Maestro Giuliano Di Bernardo e si è poi diffuso in altri paesi.

Nasce così l’esigenza di regolamentare le relazioni tra i Gran Priorati. A chi spetta questo compito? Come realizzarlo? Non spetta all’Italia, che si trova a essere un Gran Priorato alla pari di altri Gran Priorati. Spetta allora un organismo sovranazionale.

Dopo aver esaminato la legislazione di alcuni Stati europei, è stato scelto l’Austria come paese ove costituire formalmente l’Associazione internazionale Dignity. Seguendo rigorosamente la procedura necessaria per raggiungere tale scopo, in conformità alla legislazione austriaca, è stata costituita l’Associazione Internazionale Dignity, che è stata formalmente registrata.

L’associazione internazionale Dignity, come previsto dalla legge austriaca, ha una sede legale che si trova a Vienna al seguente indirizzo:

Dignity. Orden zum Schutz der Menschenwuerde
Untere Donaustrasse 13-15
1020 Vienna
Austria

Come si potrà evincere dallo Statuto, gli Organi dell’Associazione sono:

  1. Il Presidente
  2. Il Consiglio Direttivo
  3. l’Assemblea.

L’Assemblea è composta dal Presidente, dal Vice-Presidente, dai Rappresentanti legali delle Dignity nazionali (i Gran Priori) e dal Segretario, che saranno appellati con titolo di “Eminentissimo”.

Le riunioni degli Organi internazionali (il Consiglio del Gran Maestro e l’Associazione internazionale) si svolgeranno a Vienna, nella sede legale di Dignity.

La parte inferiore della piramide è composta dagli Organi nazionali: i Gran Priorati, i Priorati e le Commende.

I Gran Priorati

Il Gran Maestro ha l’autorità di creare Gran Priorati in tutti i Paesi del mondo. Il Gran Priorato è governato da un Gran Priore, nominato dal Gran Maestro, che resta in carica per tre anni ed è rinnovabile. Il titolo da usare per il Gran Priore è “Eminentissimo”. Il Gran Priore si fregia del Collare che esprime il suo rango.

Il Gran Priore nomina i Priori e i Commendatori del suo territorio e ne stabilisce la durata, la quale, tuttavia, non può superare quella del Gran Priore.

I Gran Priori hanno il compito di diffondere Dignity nel loro Paese, organizzando Conventi ed Eventi e instaurando relazioni con le autorità pubbliche e private.

Essi faranno avere al Gran Maestro un rapporto annuale sullo stato del loro Gran Priorato. Fisseranno le quote annuali che gli adepti dovranno pagare per lo svolgimento delle attività dell’Ordine.

Il Gran Priore governa l’Ordine mediante i seguenti Organi:

  • Il Consiglio dell’Ordine
  • Il Consiglio dei Priori
  • Il Consiglio dei Commendatori

I Priorati

Per realizzare le finalità istituzionali dell’Ordine, il Gran Priore nomina i Priori, che lo rappresentano nel proprio territorio e restano in carica tre anni. Con riferimento all’Italia, il Priore governa una Regione.

Il suo ruolo principale è quello di favorire le relazioni tra le Commende della sua regione affinché l’armonia nasca e si sviluppi. A tale scopo, egli organizzerà e presiederà incontri periodici con tutti i suoi Commendatori, per conoscere i loro problemi e per risolverli. Dirimerà, infine, le loro eventuali controversie. Solleciterà Eventi culturali e sociali allo scopo di far conoscere Dignity nella società.

Il titolo da usare per il Priore è “Molto Eminente”. Il Priore si fregia del Collare che esprime il suo rango.

Le Commende

Il Gran Priore nomina i Commendatori, che restano in carica per tre anni. Con riferimento all’Italia, i Commendatori governano una delle Province che formano una Regione.

La Commenda è la “cellula” dell’Ordine. Ciò significa che la scelta dei Candidati, la loro investitura rituale e il passaggio ai Gradi superiori dovrà svolgersi nella Commenda.

I Vestiti Cerimoniali, i Gioielli e gli Attrezzi del Tempio

Tutti gli adepti di Dignity indosseranno il mantello azzurro. I Gran Priori, i Deputati Gran Priori, i Componenti del Team e del Consiglio direttivo dell’Associazione internazionale indosseranno il mantello blu. Il Gran Maestro indosserà il mantello rosso.

Il Gran Maestro, i Gran Priori, i Consiglieri dell’Ordine, i Priori e i Commendatori porteranno il Collare che esprime il loro rango. Indosseranno la Fascia bianca, con eccezione del Gran Maestro.